cos'è la carrera
Una passione infinita
di Alessandro Alaimo
Raccontare cos’è la Carrera in poche parole e trasmettere le sensazioni, la passione e la dedizione per questo particolare sport non è semplice, perché si rischia di non esprimere del tutto il suo profondo significato.
La Carrera è una corsa autopodistica che ha origine nel Settembre del 1954 a Castel San Pietro Terme.
Fu Medardo Manara, giornalista castellano, ad avere l’idea di far correre delle macchinine a spinta senza motore per valorizzare la Sagra della Braciola nata due anni prima.
Con essa si cercava di rilanciare un po’ il paese, di ricominciare a sognare dopo le distruzioni della guerra per indurre i giovani a provare qualcosa di diverso, magari imitando Juan Manuel Fangio che nei medesimi anni correva nella Carrera Panamericana da cui ha preso il nome la nostra gara.
Questa consisteva inizialmente nello spingere delle specie di carrioline a quattro ruote (chiamate poi in seguito Carrere), guidate e spinte alternativamente da due persone, in pieno centro castellano, partendo e arrivando in piazza XX Settembre dopo essere passati sotto la caratteristica Torre dell’Orologio: il Cassero. Le Carrere si costruivano con pezzi recuperati da scarti di officina in maniera molto semplice e primitiva, si utilizzavano vecchi serbatoi di aerei, si saldavano tubi per il telaio o ci si divertiva ad impastare colla, aceto e farina per modellare la cartapesta in improvvisate e stravaganti carenature.
Si usavano ruote di legno o si smontavano dalle biciclette al momento per poi subito dopo la gara riassemblarle, poi si aggiungeva un volante e il gioco era fatto, con le più ingegnose inventive ci si arrangiava per essere pronti al via, del resto non erano anni di ricchezza ma l’entusiasmo dei giovani di allora portò a dimostrare che la voglia di rinascita e il folklore erano più forti di ogni altra cosa.
Incominciarono così i primi anni della Carrera e iniziarono le prime rivalità, infatti all’epoca gli equipaggi si dividevano in rioni e già allora era facile che fra un team e l’altro si accendesse subito la scintilla della competizione, tra squadre e nomi inconsapevoli di scrivere da quel momento in poi un po’ di storia della nostra città. La gente ogni anno era sempre più entusiasta di assistere a quella strana gara e la voce si stava già diffondendo oltre i confini dei comuni limitrofi. Col passare del tempo iniziarono le prime modifiche al regolamento: per alleggerire la fatica venne aumentato il numero degli staffettisti (prima 3 poi 4), per rendere più competitiva la corsa il suo tracciato venne ampliato comprendendo anche il borgo del paese.
Siamo solo all’inizio delle tante modifiche che, nel corso degli anni, porteranno ad un’altra competizione lungo il viale alberato delle Terme(1600 m), ad un ulteriore e definitivo disegno del tracciato(1250 m), a dimensionare, secondo tolleranze ben precise, sia la grandezza delle macchinine che il loro relativo peso, alla scelta di far correre la gara solo ai residenti del paese, fino all’istituzione nel 1987 dell’Associazione Club Carrera che, mediante un direttivo e una giuria, disciplinerà in maniera più ufficiale e dettagliata le “regole del gioco”.
I miei ricordi della Carrera risalgono agli anni 80-90, nei quali anch’io incominciavo ad avvicinarmi a questo sport (inevitabile se sei di Castel San Pietro), orgoglioso di entrare a far parte di quello che era già considerato da tutti noi un mito. L’edizione della Carrera era appena terminata che già si cominciava a lavorare per l’anno successivo per migliorare le prestazioni sia delle macchine che dei numerosi team, per questo non era difficile trovare officine con le luci accese di notte, officine che erano diventate ormai parte integrante di una squadra perché esse davano il supporto tecnico indispensabile a far nascere l’idea innovativa.
Appunto di notte; sembrava che la notte fosse come il giorno, in quelle ore provare, tentare, rischiare e soprattutto sperimentare e collaudare era diventata la normalità.
Era certamente il momento migliore per tenere all’oscuro gli avversari dei nuovi tempi e delle giuste regolazioni per “tarare qualche nuova messa a punto”, anche se c’era la sensazione che la gente comunque lo sapesse.
Nonostante tutto vi era la curiosità da parte del pubblico direttamente interessato, di scoprire ogni volta quale fosse la novità dell’anno, di prevedere quale sarebbe stato l’antagonista in grado di battere finalmente qualche grande leader che da alcuni anni sfilava sempre davanti a tutti. Col tempo poi l’Amministrazione, considerato quante volte si è rischiato l’incidente con vere auto, o di essere ripresi dalle pattuglie dei carabinieri per gli inevitabili schiamazzi notturni, decise di istituire le “libere” serali con tanto di chiusura cittadina e di coinvolgimento del Club Carrera. Con il venir meno delle “prove clandestine notturne” si è perso un po’ di quel pizzico di sorpresa che c’era intorno alle novità che i vari team avrebbero presentato in gara, a vantaggio della sicurezza dei nostri ragazzi.
“Questi ragazzi”, con il passare degli anni, hanno raggiunto dei livelli tali di preparazione che oggi certo non avrebbero paura di confrontarsi con qualche nazionale di atletica leggera; essi infatti non si accontentano del semplice riscaldamento prima della gara, sufficiente ai loro predecessori, ma seguono programmi di allenamento che li impegnano per l’ intero anno prima in palestra e poi all’aperto.
Essere un “carrierista” infatti, vuol dire dedicare tanto del proprio tempo libero a questa passione nella consapevolezza di prepararsi tutto un anno per una gara che dura solo cinque minuti e di rischiare di “scontrarsi” buttando via in pochi istanti tutto il lavoro svolto, vuol dire spingere dei “mantoni” più volte per 150 m, saltando fuori dalle traiettorie dopo ogni cambio, per non essere falciati da altre macchinine, significa avere prima della partenza delle palpitazioni da farti scoppiare il petto sapendo che l’adrenalina che hai in corpo in pochi secondi si trasformerà in foga e potenza delle gambe.
Alcuni giovani carreristi ci hanno lasciato troppo presto e la “Carrera” ha voluto dedicare loro alcuni trofei, ormai entrati nella tradizione della manifestazione: il “trofeo Giuseppe Raggi”, il” trofeo Maurizio Ragazzi” e l ‘ultimo in ordine cronologico, il “trofeo Andrea Casadio Loreti”; ogni volta che i vincitori li innalzano al cielo, il nostro ricordo va a loro, che avevano nel cuore una grande passione e dedizione per questo sport. Col tempo il progresso, sia nel campo dei materiali che in quello elettronico, ha portato ad un elevato livello costruttivo, trasformando quelle che una volta erano “carrioline” in veri e propri bolidi da pista.
Si è passati dalla cartapesta alla vetroresina o alla faesite, poi alla costruzione di scocche in carbonio che tuttora si utilizzano per le nuove realizzazioni, in seguito lo studio e l’evoluzione tecnologica hanno portato per alcuni team, come in una sorta di “guerra fredda”, a progettare macchinine d’avanguardia, aggiungendo sospensioni, braccetti, computer di bordo,ruote lenticolari a 3 o 4 razze in carbonio, tutto regolarizzato ed elaborato mediante calcoli computerizzati, a studiare i grafici del tracciato per correggere il comportamento della macchina o per osservare le prestazioni degli uomini, fino al punto di collaudare le Carrere in gallerie del vento come fossero proprio macchine da Formula Uno; questo ha portato alcuni famosi protagonisti del mondo automobilistico a trovare in noi un interesse ed un amore lodevole nei confronti della nostra corsa.
Nei primi anni 90 si è incominciato a far provare la Carrera ai più piccoli dai 6 ai 14 anni per diffondere la nostra importante tradizione ai ragazzi come si fa per qualsiasi altro sport, infatti si è iniziato da qualche anno anche ad insegnarlo nelle scuole facendo nettamente crescere il numero dei partecipanti. Adesso la Carrera dei piccoli è diventata un importante appuntamento di Maggio quasi al pari di quella degli adulti, durante la gara i genitori sono esaltati e divertiti nel vedere le gesta dei propri figli, una sensazione che ho provato anch’io quest’anno, per l’emozione del passaggio di testimone nella speranza che questa splendida manifestazione continui a far sognare i castellani.
Alle soglie del 60° anniversario della sua nascita, dopo varie fasi di alti e bassi per il numero discontinuo di partecipanti nel corso della storia, la Carrera ha raggiunto molti traguardi, oggi la si può ritrovare anche in diretta in vari canali regionali, oltrechè nei vari siti Web a lei dedicati, oppure si può fare un’altra cosa, molto più bella e caratteristica, venire a fare il tifo di persona la seconda domenica di Settembre, così oltre il profumo del castrato sentirete le grida e gli incitamenti degli spettatori.
Vi renderete conto che l’evoluzione tecnologica si amplifica col sudore degli spingitori e osserverete come sono gli occhi di tutte quelle persone che ogni giorno s’impegnano per una sempre migliore riuscita di questo importante sport castellano chiamato Carrera.