I TROFEI
Giuseppe Raggi (trofeo della Coppa Terme)
Non tutti naturalmente sanno chi è Giuseppe Raggi, ma sicuramente, tutti i ragazzi che corrono la Carrera, sanno che a lui dal 1989 è intitolata la gara della mattina: la Coppa Terme.
Figlio di un’epoca in cui il Carrerista non era solo un atleta, bensì anche un progettista e un costruttore.
Giuseppe è stato un magnifico esempio di come questi elementi fossero fusi in un'unica persona.
Progettista vivace. Aveva la sensibilità di intuire dai comportamenti della macchinina come risolverne i difetti e come migliorarla. Un esempio fra i tanti: inserì nella guida della macchinina un arcaico computer da lui progettato (era ingegnere elettronico) che calcolava la velocità del mezzo nelle curve e nelle discese, fornendo informazioni importanti per il pilota e gli spingitori nel corso della gara. Cambiò il sistema di guida e di salita degli spingitori sulla macchinina (vedi foto n°1). Aperto sempre al confronto e alla discussione, rendeva il lungo periodo estivo di preparazione alla Carrera un momento di "intensi sapori “, di “magia”, dove i sogni/idee diventavano realtà.
Atleta dotato di grande temperamento, in gara non utilizzava solo i muscoli, ma anche grinta, nervi, cuore e determinazione. Doti che aveva in quantità e che facevano di lui il compagno di squadra ideale. Contemporaneamente però diventava un avversario tenace, caparbio al quale, a fine gara, non potevi che riconoscerne il merito.
Sempre leale, mal digeriva le scorrettezze. Ha fatto parte di quella generazione di ragazzi che hanno trasformato la Carrera da gara goliardica dei primi anni (dove tutto quasi era permesso), in una competizione tecnica sportiva con regole condivise insieme ai team. Delineandone così il futuro sviluppo.
Molte vittorie e secondi posti in quegli anni '80! La sua peculiarità di Carrerista erano le basse a cui sapeva dare un’impronta unica e personale. Chi le ha vissute con lui non le ha certo dimenticate.
Sempre ai mantoni in partenza a mezzogiorno per la Coppa Terme: costruendo discese sempre giocate con lucidità ed intelligenza tattica. La Fegatella era la sua sfida.
E’ per questa sua superiorità in quella gara, per come ha sempre interpretato quel “pezzo”, per come ha sempre coinvolto il team nel gioco di squadra, che gli amici vollero dedicargli la Coppa Terme, convinti che, come atleta e come persona sia stato quello che meglio l'ha rappresentata e onorata. Coppa che simboleggia ancora oggi intelligenza meccanica, tecnica, gioco di squadra e forza fisica.
Scomparso troppo presto, ha lasciato, a chi ha avuto la fortuna di condividere con lui quegli anni di Carrera, dei bellissimi ricordi e una certezza: fu un Carrerista unico.
Mauro Sassatelli
Maurizio Ragazzi (trofeo della Carrera)
Dall’edizione del 10 settembre 1995 la Carrera autopodistica è intitolata a Maurizio Ragazzi, per tanti amici ed avversari, “il Bronzo". È stato uno dei più forti spingitori della storia della Carrera, sicuramente uno dei primi che introdusse in modo sistematico un programma di preparazione atletica per l’equipaggio. Il suo ingresso nel team Nera risale al 1983, quando ancora la bacheca del team di Albertazzi e Cerè era semivuota e senza vittorie. A soli dodici mesi dall’arrivo di Maurizio, la Nera, magicamente, ruppe il ghiaccio: è il 1984, l’anno del decollo.
Potendo contare su doti fisiche non comuni, "il Bronzo" pompò sui mantoni della sempre più forte Nera per 11 edizioni della Carrera (sino al 1993), nei quali riuscì a raccogliere ben 9 vittorie (3 alle Terme e 6 sul circuito del centro storico). In tanti ricordano avvincenti duelli con Lamberti e Michelini del team Rondine e Casacci del team Delfino, conclusi spesso con strette di mano e complimenti reciproci. Questo era Maurizio. Uno spingitore forte e combattivo, difficile da battere perché pieno di risorse, ma in gara sempre corretto. Insomma un campione, un vero sportivo.
Andrea Casadio Loreti (trofeo della Crono Carrera)
Il team che si aggiudica le prove cronometrate della Carrera, dal 2007 ha l’onore di alzare al cielo il Trofeo intitolato ad Andrea Casadio Loreti.
Partire davanti a tutti in centro storico è molto importante e ambito e lo sapeva bene Andrea, essendo stato l’unico che è riuscito a farlo sia come pilota (Delfino 1992, Albatros 1994) che come spingitore (Nera 1997-1998).
Andrea andava fiero di essere ”figlio d’arte”, perché suo padre, Cesare, fu uno dei fondatori e dei protagonisti del Rione Montagnola, che correva negli anni ’50 e ’60.
La casa era piena di coppe vinte dal padre e dagli zii e di racconti... E' nata così la sua grande passione per la Carrera.
Dopo l’esordio alla guida del Pinocchio, Andrea nel 1990 diventa pilota del Delfino e poi dell’ Albatros, non riuscendo però mai a battere i rivali di sempre: Rondine e Nera.
Nel 1996 decide di non guidare più ma di…spingere!
Così dopo l’esordio da spingitore con Albatros passa alla Nera dove assapora la gioia delle vittorie ottenendo 5 successi in 3 anni ( 2 in centro e 3 lungo Viale Terme).
A fine carriera, in un’intervista ricordava: "Ho iniziato come pilota ed ho finito come spingitore. Aveva ragione mio padre: mi ha sempre detto che dovevo spingere la Carrera, non guidarla!"
Andrea...un grande anche nella simpatia!